Bisturi e pazienti eccellenti
Quando la chirurgia diventa storia…
Queste pagine, scritte sotto forma di libro ma che non hanno la pretesa di esserlo, sono piuttosto una raccolta di testimonianze udite a viva voce: uno spaccato di vita vissuta.
Questa “chirurgia che diventa storia…” non è un atto di curiosità bensì una ricerca di memorie che si tramutano in emozioni; è così che la chirurgia, dal tempio dell’immaginifico arriva tra la gente per descrivere “bisturi eccellenti”, i quali, operando bene o non operando affatto “pazienti eccellenti”, sarebbe stata in condizioni di mutare il decorso degli eventi storici del secolo scorso.
Preceduto, come avviene sempre per le opere importanti, da una “ouverture”, il saggio si apre con l’evocazione dei grandi miti: Esculapio, Asclepiade, Galeno e di tanti altri remoti profeti della primitiva medicina, per arricchirsi di curiosità, eventi leggendari, mitologici e reali, raccolti con singolare rigore, fino a diventare totale esaltazione di una grande scienza, quando l’autore indugia nella compiaciuta descrizione della famosa Scuola Medica Salernitana dell’XI secolo, che segnò il risveglio definitivo dell’Occidente, da cui trasse beneficio soprattutto la chirurgia “riscattata dalle manipolazioni cruente di cerusici e barbieri dei secoli precedenti”. Segue poi il corpo vero dell’opera, dove si colgono la sensibilità, la compostezza non solo del chirurgo ma anche dell’appassionato cultore della storia, che scruta le vite dei grandi, le “vite parallele, quelle dei dotti della medicina e dei reggitori di popoli, ineluttabilmente e ciclicamente messe a contatto con l’urgenza del bisogno o nella routine della esistenza”.
Affiorano così, in una composta galleria, le varie, delicate o drammatiche esperienze in casa Savoia, ad esempio di Umberto I, vittima di un attentato, o di Vittorio Emanuele III, un malato cronico e non sempre immaginario; quelle vissute da Mussolini con i “suoi miracolosi slalom tra pallottole micidiali che, a più riprese, lo sfiorarono, lambirono o attinsero, lasciandolo, tuttavia sostanzialmente incolume”; o altre riguardanti le fastidiose, misteriose malattie di alcuni Papi, ad esempio il singhiozzo di Pio XII e i cento acciacchi di Giovanni Paolo II, fino alla rilettura dell’attentato del luglio del 1948 contro Palmiro Togliatti, storico segretario del vecchio PCI, ad opera di un giovane anarchico irpino, che rischiò di calare il Paese in una guerra civile.
A merito esclusivo dell’autore va aggiunto che, anche quando la privacy parrebbe superata dalla spregiudicata trasparenza storica, egli sa conservare nel racconto di ciascun paziente un particolare e umano rispetto. Che spazia sempre con apprezzabile naturalezza nel tumulto della cronaca, sul cui fondale, mentre in molti perdono la testa, sopraffatti dalle emergenze, i soli a conservare serenità, sono i chirurghi, queste divinità terrene che, con cervello sveglio e mano ferma, cercano di impedire che Atropo, la terza maledetta parca, recida il filo della vita.
Tutti nomi di luminari da far accapponare la pelle, per “curriculum” da primato e bilanci professionali senza frontiere: Bastianelli, Valdoni, Crucitti…
Il paziente, al cospetto di un’esperienza esistenziale, ardua, difficile e malauguratamente imprevista; il chirurgo al cospetto di responsabilità professionali, amplificate dalla popolarità del paziente, mentre gli occhi del mondo esterno lo seguono e lo spiano in ogni sillaba del bollettino medico con crescente apprensione.
Questo libro di stimolante genere saggistico-narrativo, di agevole lettura, scritto dal professor Ricciardelli, allievo del grande Zannini – forse qualcosa in più di un allievo, dato il sodalizio quasi filiale che ebbe con lui e ne costituì il privilegiato canale di confidenze, di confessioni, di esperienze, come avviene tra un buon maestro e un buon allievo – ha un pregio essenziale, direi prezioso: di averci saputo fornire una più seria rilettura di eventi speciali e della vera personalità di infermi altrettanto speciali.
Giuseppe Prezzolini, lucido dissacratore di “ogni convenzione e di ogni convenienza”, era solito ricordare, con proverbiale franchezza, che i libri si dividono in due categorie: quelli che si scrivono per se stessi e quelli che si scrivono per gli altri. E aggiungeva come coerente, significativa nota a tale convincimento: i primi, a carattere autocelebrativo, seguono il destino delle celebrazioni e durano il tempo di uno squillo di tromba, di un mortaretto; i secondi, rappresentando una testimonianza, restano come un costante ed educativo riferimento.
Inutile interrogarsi da che parte sta “Pazienti e bisturi eccellenti” che Giuseppe de Nicola, chirurgo ed editore, secondo la ben nota e consolidata tradizione, ha saputo impreziosire con originale e intelligente grafica rispettando, nel suo insieme, il valore storico e scientifico dell’opera.
Descrizione
Autori | Luigi Ricciardelli |
Pubblicato da | Giuseppe de Nicola Editore |
Data di pubblicazione | 2003 |
Luogo di pubblicazione | Napoli |
Paese di pubblicazione | Italia |
© Giuseppe de Nicola Editore | |
Lingua del testo | Italiano |
Legatura | Rilegato |
Dettagli | 16° |