La stitichezza viene, a torto, considerata come un capitolo della patologia umana di scarsa
importanza, non solo per l’abbondanza di mezzi terapeutici e la relativa facilità, più millantata che
reale, con cui si può ottenere la soluzione del problema (e cioè la scarica alvina), ma anche per la
conoscenza tutt’altro che approfondita che in genere è in possesso della classe sanitaria.
Non è tuttavia molto tempo che a questo problema ci si è accostati su basi realmente scientifiche:
il libro di Sir Arthur Hurst su “La stitichezza e i disturbi associati”, vecchio di oltre 80 anni ha
rappresentato il primo tentativo di accostamento dottrinario al problema in oggetto.
In realtà il problema della stipsi è un problema dalle molte facce che, soprattutto nelle forme
cosiddette idiopatiche, riflette i vari aspetti della personalità biologica del soggetto, dalle sue
componenti anatomiche, neuroendocrine, ai risvolti psicologici e sociali di non trascurabile
significato.
Appare evidente che, con la memoria attuale, non è nostra intenzione sostituirci ai ponderosi
trattati medici ma rappresentare un supporto per gli addetti ai lavori e non, sì da poter cogliere
utili informazioni di base e, soprattutto, uno stimolo alla consultazione e all’approfondimento dei
vari aspetti della patologia trattata. Non è un caso, inoltre, se accanto agli aspetti medico-chirurgici
vengono anche trattati alcuni aspetti assistenziali che sottolineano l’importanza dell’approccio multidisciplinare a questa patologia.
L’augurio è che questa opera possa essere accolta come un contributo significativo alla formazione
professionale di Studenti, Medici, Specializzandi di Chirurgia Pediatrica, di Pediatria e di Chirurgia Generale ed al personale infermieristico pediatrico.

Prof. Pio Parmeggiani

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